PADRE NOSTRO NEL TRAFFICO
PADRE NOSTRO NEL TRAFFICO
(Poesie 2013 – 2015)
Andrea Perini
Le foto, a star lì
cambiano le facce
delle persone
Scene infantili
Resta il respiro dei monasteri
In quello spaziotempo sospeso
A un metro dal cielo di Bologna
Invito non declinabile
al volo psicopindarico
ordinario
Che salva e affligge
Alcuni di noi
per sempre
E il fumo di sigarette americane
Io e il mio amico invisibile
Seduti sulla soglia
A parlare dei nostri cinque anni.
Ronzio vivo
Di frequenze di invisibili
Nel cielo sopra la sinagoga
Un'aria antica di altane
e i campanili intorno
Su quel pianerottolo
Sorretto solo dal silenzio
E sfilavano le vite
Sui gradini di pietra rossa
Aggrappandosi alle ringhiere
Di una salita infinita.
Al tuo posto
Dunque eri tu
Quella piccola luce
che vedevo passare nella notte
Ogni notte
Già quasi mattina
Dunque era te
che vedevo
Schiere
Grigie veloci lente
Giganti passano
le nuvole
Su un coro celeste mp3
E improvviso di gloria.
Coincidente
Una luce di miracolo
Scontorna il paradigma
Di un vecchio film
in bianco e nero.
Le nuvole procedono
Sul mio tempo, resto
fino a buio
Manifesto
Dio
Nascosto.
Lush Life, i primi 3 brani
Sguardo a benedire
Dalla mia stanza al terzo
Le luci di scena deserta
Di questa strada a margine
Dove dormono l'abbandono profondo
le auto in fila.
Filtrano i fotoni
tra il bisbiglio
amoroso dei profumi
nel buio del negozio di fiori
Disegnando
lungo il percorso
che procede dai lampioni
Angoli nuovi
Posti che di giorno non ci sono.
Poco distante
La città è preda
Di autobus scatenati vuoti
E avanti ancora, automobili
Solo in apparenza sveglie
A incrociare le strade
pazze come rondini
il primo giorno.
Alito infiltrato
nel buio dei fiori
Aspettare insieme
Domani.
Qui
La vita
Sempre mi sorprende
qui
Come un apprendista
A guardarla come una partita di calcio
in un campetto da niente
Con le mani in tasca
A bordo campo
Sera del 7
Archeologico sgualcito
scampato Buon Natale
Su un sacchetto del pane
Tra un milione di pieghe
e le scritte di auguri
Come un’onda
Il sorriso caldo
di un pupazzo di neve.
Cercando la domenica
Piove
Piano e buio
Lo so
dal fruscio delle ruote
e dal canto di uccelli invisibili
Da una goccia
che ogni tanto
trova il metallo
Via Venezia
Buio sul porto
Sbucano
Ricordi come gatti
Appena svegli
Carta & Penna
Carta e penna
Per la paura
Che di tutto questo
Non rimanga nulla
Che il mostro orrendo e stupido
che tutto divora
E sputa
Faccia di noi quello che vuole
Senza che noi
Si dica A.
La poesia è lotta
e protesta
Scrivere
è battersi comunque
I sacchetti per il pane
Che fanno per Natale
Ne sono la prova.
Abbraccio
Come preghiere
esaudite troppo tempo dopo
perchè noi si possa capire
Rivedrò quel tempo
senza saperlo riconoscere
La pioggia che smette
il suo rumore
E diventa neve
Sui campi e sul muso
dei cani e dell'autobus
Verde e grigio
che mi riporta a casa.
Povera
Solerte periferia
Sempre pronta
Rompe il salvadanaio
dei ricordi
e il mio pianoforte suona
alla luce di una candela
Un disegno su carta nera
Lo schema bianco fuori
E gli esseri tutti
Gatti persone cani
tartarughe uccelli e bambini
Sfilano controsole in una luce d'estate
Mentre la neve viene
che Dio la manda.
Tutti rivedo
In un mare di grano
A dirci la vita da scoprire
La verità evidente
E sensuale dei cortili
Ora nascosta chissà dove
Dentro me.
Pane e acqua ancora
come allora
Converso con altri marinai.
Uccelli
Invisibili
Dadaisti convinti
Surrealisti
geniali
Nascosti chissà dove
Introvabili a noi
Dicono che è Primavera
Che piove
Che vento
Ma è Primavera
E che Duchamp era un uccello
Anche lui.
Tra di voi cammino
Lush Life, dopo
Altra notte
per il dubbio
Per cercare
nell'accendispegni di un interruttore
Il senso
non ancora pervenuto
Pagina bianca
Da certe parti
in certi momenti
Non passa nessuno.
Senza titolo 0
Guardo il mondo
tra le corde
E il cielo tra i rami
Le nuvole bianche
mosse
dalle brezze attente di Dio
E tra le dita
il mare
Nel sole
giallo di luglio
Occhi tra i capelli
A cercare i miei i tuoi
Un sorriso e un dolore
Tra le righe di un incontro
Tra le pieghe del tempo
di un uomo tra gli altri.
Era quella
Dunque era quella
la vita
Mentre fotografavo
Quel papavero
Quella mattina
Quella macchia rossa
Incollata sul verde
Senza titolo 1
Inesprimibile pianissimo
di parole affamate di vita
Rosso
Buio sotto alle case
Festa ormai spenta
Forse era lei
Così più bassa di me
Bellina bellina
rossa
Che mi guardava estasiata
mentre le suonavo a richiesta
Bella ciao
Sospirava non compresa
come sei bravo.
30/4
Chitarre esplorative
Flusso matematico piano
Attesa non finita.
2/5 ore 4,30
Piove piano
nel blu nero
del buio totale
E si sentono gli uccelli cantare
Come non pensare
a un uomo antico peloso
che nella sua caverna arrugginita
ascoltava la pioggia negli alberi
Aspettando il giorno
Con un prototipo di sorriso negli occhi
Del tutto simile al mio
Resta pure
Quale tristezza gigante
è mai questa
Quale bolla elettrica
E da quale abisso
Può salire così fulminea
Era nel mangiare
O negli occhi che ho incontrato
Dove
10/5
Rondini basse
I pensieri che ora sfiorano
grandi verità da niente
Nostro solo plausibile illimitato
Le infinite combinazioni
dei gesti quotidiani
Aria di tempesta
Vento che squassa
le veneziane e gli alberi
Devia il filo
Di superstiti fontane
Rondini basse
E strade piene di auto.
Il miracolo di riuscire a tornare
Qualcuno
più giovane.
Encore
In sottili arabeschi
Scivola piano
circonfusa
la ragione
Notte fonda
Sbaglio
Mi chiedo
Il come della grazia
Senza titolo 2
Attendo
il gesto dorato
Nell'incanto generato dal buio
Gioco rituale di oltranza alle cose
Sfuma il ricordo
Al colore deluso
Dei giorni trascorsi.
Non è bastato vivere
Perchè
Perché non
il disguido
o la meraviglia
il miracolo
che travalica
il nostro fare
Per chi tutto sa
Vivere è
solo attesa al varco
Gli ulivi di via Pasubio
Poco resiste di noi
all'impietà del tempo
Sante alleanze
Amori amici
Poco o niente.
Ma il bastone che mi colpisce
anche mi libera
e il mio sguardo ora
Leggero
accarezza gli ulivi
Sorride all'ebbrezza
di un inatteso respiro pieno
Mi sorprende a sperare
per la vita di qualcuno
che a malapena saluto
Solbianco
Altana dell'anima
Odore di tegole e gerani
Passo di preghiera
Al sole impolverato di Bologna
Lo sguardo
che si perde distante e puro.
Tempo innocente
Angelo che venisti a guardarmi
Io ti ho visto
Senza titolo 3
Vieni
tempo di contrappesi
e di quadranti
Di appuntamenti notturni
a induzione di nostalgia
Annuso il mare
Nel sogno
Che è fosforescenza tenue
Iride
Si risolve l'iride
nel mare di vetro
di un souvenir
e si placa il cuore
nel conto delle cose vissute
e viste mai.
Lo sguardo troppo inquieto
non si è fermato
mai abbastanza
Mai che fosse pace
Pago per dormire
Senza titolo 4
Lische di pesci giganti
su fondali di tegole
Erano più romantici
i tetti e le antenne di un tempo
Parker
Non serve la chitarra
E' inutile stasera
Con tutte quelle corde
E i fianchi
Buona per qualche quadro cubista
Se non hai niente da farle cantare
Solo pensare
Pensare Parker
Stasera
Giallo e rosso
Ho un quadro
giallo e rosso
Non perfettamente riuscito
che pensavo avrei appeso
nell'ingresso della casa
in cui un giorno sarei stato felice
Perché felicità
nel caso ci prende
Anche imperfetti
Waimanalo-Bologna
Rallenta al compianto
di un mare visto mai
Quello di fronte al quale
Avrebbe sempre voluto morire
Esalando felice e salso
la sua ultima nota
Al montare
di un tramonto di vulcani.
Ora come draghi invece
Si avventano
Uno sull'altro
I rumori delle auto
Traballa
L’ukulele
Rimbalza
Suona
Cade
Poi
Ancora si rialza
E lento ripiglia
Il suo melodioso compianto
di ibisco
16614
Sopravviveranno a noi
e a quel punto
cosa sarà di loro
I nostri cani di pezza
SMS a T.
Una capra, un lupo in bicicletta, un uomo che strilla e poi diventa un lupo, un orsetto lavatore, una iena. Poi una tartaruga identica alla nostra, un drago ciccione che diventa un aereo.
Sono sdraiato su un prato con i miei figli a guardare le nuvole.
La buona stagione
E' la sabbia fine
di clessidre romagnole
a misurare il tempo
lontano
in cui c’è stato amore
Fragile immotivato
Perso a poker.
Ma la fortuna è solo nascosta
L'estate vola sopra i tetti di luglio
come un aereo di notte
E la gente guarda su al frastuono
Per poter dire
Io l’ho vista passare
Anch'io l'ho vista passare
Impossibol
Un senso di impossibol
mi pervade
Mentre ricordo
i sabati mattina
passati su una nave
di pirati.
6714
Piove con le cicale accese
nella domenica
deserta da record
La città è un ufficio brevetti
I passanti
ognuno col suo sottobraccio
Formule complesse
di sopravvivenza
Perseguono il sogno
di un lunedì invernale
Hobbes e Chopin
Guardo la mia gatta negli occhi
Il notturno in Si bemolle minore, op.9, no.1
Sembra
Sia stato scritto per lei.
Chiedo
Memo
Amare gli angoli perduti
dei luoghi affollati
Crociata segreta
Vecchia pallida aurora
Cornice aperta
tra le case e il cielo
tra gli uomini
e i campi del mondo
Lavorando ognuno nel suo
Per la propria crociata segreta.
Sembrava solo buio
Era la notte dei ricordi.
Vecchia pallida aurora
Faccia piena di graffi di aeroplani
e di stelle
Come stai
I tesori trovati e quelli che verranno
Pioggia di petali bianchi
Rosa
Chopin
E brevi improvvise folate
A scompigliarle i capelli
Mentre l’iguana aspetta
Imminente
la pace ritrovata.
Pioggia di petali bianchi
E brevi improvvise folate
Scompigliano tutto
Come fosse foglie sui rami
Come fosse neve
in una bufera di vetro.
Sorride l’anima
a quel turbine letterario
Recita muta
Il suo dramma romantico.
La notte a San Vigilio
Mondo buio ripido
E misterioso di fate
anoressiche
Streghe e alberi malvagi
I re ladini sepolti
Nascosti
Da mille anni
dentro la montagna
La carta di una poesia
sul davanzale
Senti il rumore
di un capello
che cade per terra.
Mi. Ma. 0
Passano voci
Per tutta la notte
Per tutta la vita, dicono
Non dobbiamo essere meglio
di nessun altro
Non dobbiamo chiudere la porta
quando siamo andati via
Solo chiedono
La stai vivendo la vita
Passano tutta la notte
donne uomini
e aerei bassi
Sul marciapiede
che diventa infinito
Nel cielo che diventa
Uomo
Mi. Ma. 1
Piove nel buio sul mare
Una pioggia improvvisa
Sulle mie difficili parole
E sui passi svelti che ora sento
Tornare indietro
verso Savio.
Grida allegre
di ragazze
I bar che chiudono
Ma fa lo stesso
Qui che insonnia e sonno
non esistono
Mi. Ma 2
Poi l’ora che distende ogni cosa
In questo
Come in mille altri angoli perduti
Mille altri letti
E lavandini.
Bar chiusi
Una dinamo che passa
Segna la metà esatta
Del mio pensiero.
Il cane del contadino e la fine dell'estate
Lady
Ciao bellissima
Muso di lupo
Cuore di uomo
Un brutto pensiero
Mentre ti saluto
I tuoi tanti anni
E io qui appeso a un filo.
La vita intera
Così
Com'è stata
A occhi chiusi
la metti nella mia mano
Nella carezza
dove io
metto la mia
Mentre ti dico mentendo
ci vediamo
L'anno prossimo
Agosto
Il vvvvvvvum
della vita, della sera
Di quel tutto di cose
che si svolge
come un rotolo di stoffa
Ad allargarsi dalle periferie sulle campagne
Assolate o di luna
Sulla vita
fino alla provincia più lontana tranquilla
Con le persone
Ma senza personaggi
Senza caratteri
Esseri umani e basta.
Altrettanto immateriali
Nomi che hanno attraversato il tempo
E piramidi di significati
che non durano un minuto.
Cervia
Misterioso buio
Strade deserte insolite
La periferia del mare
di giorno non esiste
L’automobile
scorre il silenzio
pallido
dei lampioni.
Disperanza
Con ampio agio di senso
Mi ritrovo prigioniero
di una stilografia
Di un tempo che non fu
non può
essere stato mai
migliore di adesso.
Blandisce l'illusione
Conferma l'inverosimile
Spergiura
Ma dentro di sè
Porta questa
allegra disperazione.
Altro
Altro l'estate
da questo
Quando ci inchioda coi suoi raggi
Con il mare che è un riflesso blu
In fondo al cielo
E le donne passano e ripassano
Marciando a tempo
osano
i loro costumi annuali.
Altro la musica da questo
Così le stesse canzoni all'improvviso
non hanno più un perchè
Stonano al tempo incerto
nel vento della bandiera rossa
E non sai più dove sole e dove ombra
Presagio delle fatiche temibili
della vendemmia
Estate 2014
Tante volte finita
Altrettante ricominciata
L'Estate questa
non mi ha lasciato mai
Ora che dietro la porta
si gloriano i tuoni dell'Autunno.
Estate
Non sono andato male, dai
Gira i tuoi occhi di pesca gialla e fuoco
su di me
Salda il conto di un ultimo raggio
Prima di spegnere tutto
Come dopo un Natale
A scaldarmi dall'umido
A dirmi come sempre
solo alla fine
Perchè sono qui.
Senza titolo 5
Ho girato
tutto il repertorio delle pose
Qualcuna più fresca
Qualcuna più carina.
Mi arrendo.
Pozione
Un pezzo di spago
Una fetta di pane toscano
di qualche giorno prima
Filo di ferro ritorto
Terra che è sabbia
Una musica triste.
Funziona
Paul
Resta un che di per sempre
in quella fotografia
disegnata dal sole
Colori sbiaditi
Capelli in posa
Lo sguardo altrove e la chitarra
Quella luce ha un che di intramontabile
Tiene in sè un attimo dorato dal tempo
e dalla musica
stavolta sottomessa al ricordo
che lei stessa ha generato.
10-11/9/14
Nelle buie si aggira
una sirena
e un libro difficile
mi aspetta che rimando inutilmente.
Solito temporale delle 2
Profumi inversi
e contigui
Aria piovosa:
faccio entrare
La notte prima
La notte prima
Finisce il quaderno
E i torti
E le ragioni
Osservanti inchinati si ritirano
Corte licenziata
Non hanno più importanza
Non servono più.
Camminando entro nei pensieri
che mi precedono di qualche passo
Mi aspetto domani
Fuori da un sonno miserabile.
Le sedie vuote
Parole lievi
Inutili in sè
Segnali impulsi
di un sonar animale
per dire che ci siamo
E suggestioni d'autunno
Rose fluttuano nel cielo grigio
Le sedie vuote
Sono conversazioni di invisibili
***
Nella natura delle cose
Ci muoviamo
Bastando a questo
Rimanere fermi.
Finale
In una luce aerea
tenue e giallina
Un angelo che muore
per aver troppo volato amato e pianto.
Le mele di ottobre
E' oggi che le cose finite
Nascondono in sè
Inaspettato
Un piccolo germoglio
che sa di uhiuytstrugf
Il tempo migliore
Pioggia sulle labbra serrate
Sono solo lenzuoli fradici
adesso
i fantasmi dell'Estate
E i papaveri dei terrapieni
Lungo lo stradone
Ora aspettano nascosti al buio
sotto terra
Il loro tempo migliore quando viene.
Pare la vita,
cosa da inventare da capo
Come non fosse stata mai
La città
Sotto la luna
Lavagna Interattiva Multimediale
Vuoi mettere?
C'è un cavallo
Nascosto dentro
al mio pennarello.
Vuoi mettere?
Catechismo
Il velodromo deserto
Ai passi dell’Autunno
La teoria breve dei lampioni
E una sventagliata
di finestre accese
Case rettangole
Squadri a fondo blu
Respiro sospeso
nell'aria tersa dell'arena.
Una saggezza jazz
nella testa
Un orso sulla luna.
Notte 1 e 2/11/14
Di sabato
La macchina frusciando
Scorre la pista vuota
di luce arancio verso casa.
In un misto di amore
rimpianto e tenebra
Penso che esisto
Pur nessuno vedendomi
***
Notte di Ognissanti
Mattino dei Defunti
Quale speranza mi ha portato
ad aleggiare il ritorno
in questo posto vuoto
come neanche d'estate.
Sola mi aspetta sveglia
La fame devota del gatto.
Rotte per giovani aeroplani
La pipa che ho fumato abbandonata
sul ballatoio
E le piante da salutare ogni giorno
Che si stanno addormentando
Al tempo dei cachi
E dei pomeriggi pallidi alle grida
di bambini di ogni tempo
E alle loro corse spalancate di occhi
bocca cuore
Braccia come ali
A indovinare traiettorie
dominate dal caos
Rotte per giovani aeroplani
Il nesso indecifrabile
Attraverso il quale diventeranno adulti
E viceversa di noi dire
Eravamo così come loro.
Da un altro all'altro
Solo un tempo lontano
Nulla più.
Cosa cercare ora
L'autunno rimasto
materiale da libro di lettura
L’autunno
Senza mettere la sveglia.
Una folata ci porta.
Sintesi
Porta dritto al tempo originario
Infinitamente lontano
Il lavoro lento della luce
Sulle cose
1115
Il rumore di uno scooter alle 3
Rimasto intrappolato nelle vie
A rimbalzare sui muri dei palazzi
L'uomo altrove
2115
Con un raggio di sole
piantato nel petto
Così ho visto morire questo giorno.
Quale fine migliore
La sera del 6/1
Muggisce nel buio lontano
Il mostro del rientro
e una Befana perduta
vaga nel cielo di gennaio.
Accendo una candela
e alla sua luce
Guardo le cose
Cerco
Nel marasma di questo finale
Un senso
Una speranza da darti
Un ultimo regalo di Babbo Natale
Un sorriso
Prima che spengano le luci
E scenda il giorno dei pedali.
Ce la caveremo, come sempre.
Gennaio
Tenuto nascosto al caldo
tra pareti
di tonalità di parole.
L'abito senza strappi
Leggera come un'anima
Spicca splendente il suo volo rotondo
Suda una goccia di sole
E irride il reale
Al battito ricordato
di mille ansie
Speranza non finita
Ipotesi d'oro
La musica dolce
che scappa dalle mani
Ma non se ne allontana
Prassi
Il sorriso è arcaico
Il tramonto sempre nuovo
La vita che corre sul tempo col tempo
Misericordia psichedelica
The Dark Side of The Moon
Navitudine
Donne guardano
le navi partire
Nella luce lunare
Tra le mani le cose
già scritte
Fiori tra i capelli
Quelle ancora a venire
Guarderemo le donne
Stando ferme partire
Nella luce lunare
Dalla nostra nave.
Senza titolo 6
In questa notte
di pioggia fredda
Anche spegnere un computer
diventa gesto
Infilarsi nel letto e coprirsi
raccoglimento
Essere,
un cerimoniale
Pensare,
memoria
Respirare,
preghiera.
23115
Dove andavamo sempre?
***
Nessuno mi vede
Esco per un volo
a controllare
Porto Fido con me
Fine di fine
settimana che pare.
la notte del 6 gennaio.
Le strade deserte
Troppo tardi per giocare.
Una carezza alle piante
Fila
Tema
Mano fredda
mano sulla faccia
adesso
Gonfia le camicie degli uomini
quando infila
le strade dell’estate
Riscatto eroico
essere spettinati
alla vita
nuovamente.
Inquieto
Di nuvole in transito
A primavera
Bianche d'azzurro
All’indecisione che precede
La scelta dell’istante esatto
In cui tutto deve rinascere.
Premuroso d’autunno
Sue le turbinanti romantiche
Disperato vortice
intorno alle cose
Annuncio
di fine imminente.
Cogliere l'attimo
La foglia volante
Che afferri al volo.
6215
3,24 A quote basse
Ameba di luce
Rito ordinario
Sono sempre aperti
I cantieri della notte
Dove di due parole
Farne una.
Attraverso il fruscio di altrui coperte
Sono arrivato fino a qui
La mia gatta ha occhi come zaffiri
E le chitarre anche intorno
Fanno impercettibili le fusa.
Al paralume di Monet
Ho imparato
a sentire il mondo
rotazione e rivoluzione
e altre
Piccole storie per non morire.
Lido
Al paralume di Stan Getz
Se chiudo gli occhi
vedo
la strada correre
deserta
lungo la spiaggia
Respiro una notte di febbraio
in riviera.
Jazz sottocoperta
Frange di onde a tribordo
Cammino lento
Alzo il bavero
Arriverò
Fino alla foce
Dove si fanno pescare
Le bavose.
14 febbraio
Dita egizie
Tentacoli scheletri di alberi
a sentire le gocce gelate
Bella paura che hanno
Mentre risaltano
Esili a un lampione arancio.
Notte di San Valentino
Senza santi e senza amore
Sotto a un milione di sogni in processione
Bella paura che abbiamo
20215
Ai portici bolognesi
Ascoltando
Il santo col sassofono
Cammino
E ancora
Per non arrivare.
Il sogno dei semi
Piuma d’angelo
Sospetto di Dio
Fine di un Carnevale
Nostro mai
Raccolgo la piuma
Nel buio luminoso di neve
Sorrido e mi consolo
Mi perdo
al significato del sogno
E più non dormo.
23215
Pioggia infinita
Fiume di fiumi
Dove vuoi dunque arrivare
Cosa vuoi fare
Dei nostri stati d’animo
Effimerità
Pietre
Parole
Foglie
Vecchie corde e petali di rosa
Plastica,
penne di uccelli, conchiglie
Piccoli rami secchi
e strisce d’oro
Questioni millimetriche dell’equilibrio
Effimerità
del significato
di ogni significato
Catalogo umano
Quante volte
Quando ridiamo
Qualcuno ci sgrida
Le officine della Terra
Solo ormai a farci caso
Il rumore assordante
Del traffico
Vicino lontano che sia
Perché sottofondo 0 – 24
Come quello (si sentisse)
della Terra
Che sfreccia nello spazio
Tuono
Di tutti gli aerei in volo
E delle catene di montaggio
Rumore dei pensieri di un uomo
Per i miliardi che siamo
Sciabordio e scoppio
Di tutti i mari del pianeta
E i venti e lo scraccare
Delle folgori
Al fruscio immane delle piogge
E urla di animali
Esplosioni di vulcani
e di cannoni
Tutto ciò e quanto altro ancora
risuona
Nei cantieri della Terra
Fino al dubbio di una tv
Una voce
Che rimbalza per strada.
La notte più profonda
Non è che tregenda
Senza titolo 7
Reticolo di tenebra
Linee di pioggia e scrivere
Cercando di vedere
Oltre il muro
del suono della solitudine
Mi arrampico
Bastando tre canzoni alla radio
A ricordarci chi siamo.
20315
Povere
Bellezze sfiorite,
Finalmente
Sono libero.
21315
Piove ad arte
A intervalli di tempo irregolari
E di grandezze differenti.
Disegno punteggiato
del mondo
Che dall’alto ne scaturisce
Beatitudine
di angeli custodi
Dopocena, 26315
Dal divano
A occhi chiusi
Ti ascolto suonare Per Elisa
Ripenso a quando sei nato
e ti hanno dato in mano a me
E mi guardavi
Fisso negli occhi
Come a cercare di capire
chi ero
Io a capire chi eri tu.
Pianto che spinge
Immateriale concreto
Punge le palpebre
La canzone della vita
28315
L'ora è legale
La notte
Un coro mistico
nei tubi.
Penultimo strappo
Ritto sulla tavola
Nella penombra fonda
Di una mattina presto
Un rotolo di scottex
quasi finito
Pare una bandiera strappata
Dopo la battaglia.
Starti vicino da lontano
Starti lontano da vicino
Oppure anche B poi A.
Sabato Santo
E’ sceso sulla Terra
Il silenzio dei silenzi
Improvviso
Allo scadere delle luci
Dopo il tuono dei tuoni
Zitto di infinito
Struggente potenza di Dio
Teoria
Riduce tutto a una goccia di vento, poesia
A un po’ di brezza che muove le piante amate
Quando passa da questi davanzali
E se tutto è uno
In quei segni piccoli,
in quel soffio
Ci deve essere
quello che cerchiamo
qualunque cosa sia.
Poesie veneziane
Scrivevo poesie veneziane
Senza fatica
Senza carta penna e parole
Erano solo modi
Di amare
Niente più
Il senso
Prima un no impossibile
Una finta, un colpo basso
Poi le rondini
Meravigliose e i papaveri impazziti
lungo lo stradone.
Manderebbe al tappeto chiunque
Vita
Ma sulle mie labbra
Ora
Il sorriso di capire
L’irrimediabile
superiorità dell’avversario.
Il sole del 1800
In fondo alla strada dritto davanti
alla mia auto al semaforo
Il formicolio elettrico
vivente
di una gran nuvola divisionista
Piccoli punti colorati
Colpiti dal sole del 1800
Rimasto acceso
ai Giardini Margherita.
Sembra
Molecole di plastica
in un modello di scienze
Sembra perline fitte
In una scatola
di mia sorella bambina
Sembra
Ricominciare oggi
il mondo
Per fare una foto
Le persone sono paesaggi
E i paesaggi, persone.
Ritratto di un fiore
Silenzi
I paesaggi sui tavoli
Le facce dei gatti
E la vita che è venuta fuori
Le parole tra le persone
nei parcheggi sotterranei
Intimità improvvise di chiesa
A un passo dal caos
Gli occhi dei cani, come sempre
La fierezza malinconica
Dell’edilizia popolare
Le forme incantevoli
Delle piante
Non sapere che dirti
Non sapere che pensare
Silenzio
Liberazione
Maggio
Compleanno di vecchie rondini
Cartografia
Bella di pianura
Afa comunista
Bagliori di specchietti
di auto in fila
Stelline di sole al mattino
Se arrivi presto
sull’Adriatico.
Mentre il direttore
In giacca bianca
accarezza i violini
E la gente a casa sdilinquisce
Al ritornello in bianco e nero
Di un cantante formidabile
Dall’alto potresti vedere
Formarsi il disegno
del confine.
Per contrasto
Tra centinaia di cose
E relazioni
Complicate intrise di pena
Che devi studiare
Per vivere
Miagola Hobbes
Sonnecchia Cartesio
Come me nel suo guscio
Sotto la luna
primo quarto.
Nel vederli passare
Tu non sai
Che fame avevo io
Del mondo
Quanto ne ho visto
E fatto
E che strano oggi pensare
tornando qui
a quando c’erano tutti.
Le mani nei capelli
Un sussulto d’anime
A quel nome
Foglie a una folata
Come al pallone fuori di poco
Commentano
Il goal mangiato
di una vita
La vita stessa
Quando per poco
Il tempo migliore
Non ci sorrideva.
E niente ci sembra più
Se non quel tempo
Finito anzitempo.
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