L'AMORE SENZA AMORE

O

IL PLASTICO DI UNA POESIA




Andrea Perini


                (2019)                
                           


         
                                                                                                          Quali sogni ci aspettano






Un giorno, trent'anni e il tasso di Prevert


Rincontrarti
Per un soffio non dirti
Che eri bellissima
Un giorno solo, una mattina, trent'anni tu
non mi riconosci più
Ma io ricordo il tuo nome
le tue scarpine
di ragazza per bene e il tuo sorriso,
perché io sì?
Sapevi tutto, tu
Io niente
Un giorno trent'anni
Trentacinque quaranta

Rincontrarti
Per rispetto non dirti
Che eri bellissima.

(Il tempo di oggi)









Mentre code a tratti

Tra occhi vivi di lucertole intorno
Intrecciano loro
piccole ghirlande
Divertito sterminio di margherite
Le bambine e la Terra
volante
che insegue allo spasmo il Sole
lanciato a folle velocità nell'Universo
dal primo dei giorni.
Danza intorno
alle sinergie del mondo
un arcano florilegio ormonale
Archetipo e mestiere
di strategie naturali senza tempo.
Amore, pio mistero
e venerata reliquia
Rimorsa sconfitta delle stirpi
Nel frastuono di incudini genetiche
sanguinanti ai colpi
di martelli endocrini.
Ma impossibili da descrivere del tutto
Per bellezza, timbro
e potere di evocazione
I gridi poetici
increspati delle rondini.
Sembrerebbero fare uso
Di comuni fischietti da arbitro
Mentre giocano a dirigere
Il cielo.
Luci d'alba
Dopo la notte invernale
Un gelato cattivo e caro
Un voler vivere per forza
5.26
Di un martedì mattina di maggio
Al di fuori dell'idea rassicurante
di un'orbita
E di sentimento amore.









Epos d'estate

Lotta cronica di immortali
Dei beati
Protettori e ingannatori
Gioco venuto da sè
Per somiglianza certa
Stremo di eroi che combattono
Nome per nome morendo
Fragore di armi e grida
Magnifiche mura crollano
di libro in libro
una dopo l'altra
Scamandro grida
rosso nella piana
Nulla potendo all'ira
e agli incendi devastanti
Troia ė distrutta
Perduta, Priamo
Rivestita la sua vecchia armatura
Giace ucciso
In un tifo di cicale.
L'eco lontana di un sirenio dugongo
Uno sguardo scambiato
di striscio,
nell'estate di corallo.
Sulla tavola, in mezzo a noi
Un'Iliade di cocomero.








In somno suo: 

Priamo 2.0 (3,40 a.m.)

Il corpo che giace
Davanti alla tv che sento
tra le finestre aperte dall'estate
Si triangola
con una stella sul palazzo
Che manda un bacio
A un camion che passa
Scosso, veloce
Intrinseca nafta nelle vene
Solo fosse la strada
un rettilineo infinito deserto
empireoverso.
Ma sulla destra ripida
Col saliscendi di San Luca
La pista si chiude
In cui pensieri e sogni
E ossessioni d'oro
fanno a chi arriva prima
Ogni notte
Sotto lo sguardo dolce
E pietoso
di madre luna
E dei suoi lampioni
che si curvano osservanti
Al vento terrestre
Che inquieto ora
si fa vivo
Alla finestra di quell'uomo,
addormentata scena del crimine.

*

Nel suo sogno di cadavere
Una donna
Raccoglie i panni nel vento
ridendo.










Il mio posto

Le tue linee di marea
Accese
E noi lì davanti
A fumare i minuti
Muti
Spegnendo nella sabbia del Samur
O del Savio
Di volta in volta.
Altro luogo non ricordo più amare.

Districami dal pensiero
Anima dell'onda
Onda del mare
Mare del posto
Che mi abiti
Con stanco furore

Sole
sulle case
Che tutto adorna
E ci fa claustrofobi rabbiosi
spicciare la vita
come una faccenda
Suonare sempre la stessa corda
così poco propizia
e non mia.
Vivere la vita di un altro
Inseguirne gli incubi
Ė un momento.

Districami dal pensiero che non ha uscita
Anima dell'onda, onda del mare
Mare del posto
Ricordo lasco di un tempo trafitto di sole e di voci
acuminate, mare
agitato di noi
Che ancora mi abiti

Con stanco furore.









De umbris periferiae

Hanno spostato
La pioggia a domani
Pigra periferia
Il suicidio di Charlie Brown.

(Ci fosse il vento
a portarmi via
Ci fosse l'aria o il fiume
a farmi traslocare
Come il pazzo che ride
Impiccato alla luna
O il mare
Di infiniti infiniti
Compreso astratto ignoto
Sogno
che tutto travolge
A trascinarmi ruzzolare
O come
non importa
Sapersi ancora imprigionato
Muschio orrido
Alla pietra)









[Elementi I

Scendono da un camion
Arrivano coi mitra.
Per tagliare l'erba]









In somno suo: 
Brezza

Ma quanta gente
In un sogno così piccolo
E che bella macchina avevo.
Ti ho anche dato un piccolo bacio
Sul naso per salutarti.
Ricordi?
Hai tenuto tu le chiavi










Freccia

Luci accorse stelle
Lampionario del cielo d'agosto
C'è stato un tempo in cui
Venire qui
Era tornare a casa
(Ora non più)
Un altro tempo in cui tu
eri piccolino
E adesso a volte
non ti riconosco bene.
E quanti altri tempi ancora
Astronavi in viaggio
Nello spazio profondo di Uhura
dai bianchi capelli.
C'è stato un tempo
in ciò e forse
Che con la musica giusta sotto
Forse potrei anche capire.









La ballata del poeta, dell'orso e delle isole metanifere

Quell'angolo di mare dicevo
Il mio posto preferito
Per guardare il mondo
In questa notte fredda di marzo
Senza un lampione
Senza un soprannome
Solo spettri di vento
Che si sbracciano sulla sabbia
Alla gelida memoria dei passaggi sottocosta
dei Fenici di Romagna
Con le loro motonavi bianche
per il traffico di turisti.
Fra poco il sole
Spunterà dall'acqua
E Teodorico in persona
In pelliccia
Millecinquecento anni fa
Ammirerà
lo spettacolo del mondo
Di là dall'onda.
Per spirito di completezza
All'alba
Taglieranno anche la testa
al poeta di corte,
per farla finita:
Il giullare non sa
più divertire.

* * *

(Epilogo)

Lo trovarono i pescatori
Vicino a lui un orso piangeva
seduto sulla sabbia.
Annoiato teneva lontani
mosche e gabbiani
Con zampa pigra
che batte nell'aria.

(Così che piano piano
Orso dopo orso
Impararono a sollevarsi da terra
E poi a volare.
Questo dice la storia
Ora divenuta scienza
Notte di marzo gelida
Con volo d'orsi bruni)

Le sue ultime
parole
furono per le isole
che gli pareva
vedere lì davanti
"fatte di come cattedrali
di condutture et palchi
di metallo"

E poi addio, la morte.










In somno suo:
Maledetti

Maledetti
Capaci sempre
di trovarmi
Sono ferro che frana
Rabbia paura e vento
Sparano, torturano
Si essenziano in trame
piene di errori
Una luna di cemento
Il mondo
Senza un buco
per nascondersi.
Santa Inquisizione
e KGB
dei sogni.









[Elementi II

Passa le mani sul mondo
Fa miracoli
di luce e diluvio
Uccide e porta in vita, luglio
Rivolta i prati e gli animi che ho attraversato
dove volano estasiate
farfalle di sole e di specchi]









Brótt mood

Ci fosse il vento
a portarmi via
Ci fosse l'aria o il fiume
a farmi traslocare
Come il pazzo che ride
Impiccato alla luna
O il mare
Di infiniti infiniti
Compreso astratto ignoto
Sogno
che tutto travolge
A trascinarmi ruzzolare
O come
non importa
Sapersi ancora imprigionato
Muschio orrido
Alla pietra.









[Elementi III

La notte
Estingue il debito del giorno
Schiacciando le case
Con gravità immensa
Causa l'accensione
di lavastoviglie e televisori.
Prodotto di scarto
Si crea il sonno
Il quale entra
nelle pagine dei libri
(i segnacoli fanno da antenna)
e da lì si infila
negli occhi nelle mani
E presi
ci addormenta,
funghi gialli dipinti
sotto la luna.]









La quiete

Resta solo
Un segno sulla faccia
della chitarra blu
Una musica cubista
Un volo di triangoli
Tra le linee e gli spigoli
dell'aria frazionale
del plastico della poesia
Resta il dolore immenso
La perdita
dei nostri compagni
Creduti come noi immortali
Resta la fortuna
di chi ha ancora lacrime da spendere
E la vita scorsa in un attimo.
Resta il dubbio
nella cronologia
di un'ombra di bellezza
su certi visi di donna
E pensieri drogati
di elucubrazione.
Resta battersi
Per risolvere un'illusione.
Dopo la tempesta.









[Elementi IV

Eccentricità e
Dominio di forze sovrumane
Scherzi del destino
E follia nascosta
Di persone
Si aggirano per il mondo
Affrontandosi gladiatorii
In una lotta
che parrebbe senza fine

La pressione esercitata
dal dolore usuale della società civile
E la stranezza proporzionale
Delle risposte umane]









Casi verificati di saluto


I

Impossibile addio
(le relazioni non finiscono)
Però ugualmente addio
Dea di squallore
e di vita cattiva
Terranea perfida nereide
Capelli verdi
Piedi di mula
Indimenticabile amore ragazzina
Passata al tempo triste
Che non perdona
Donna di anni di picche
(e di fiori pochi)
che non ho saputo capire.

II

Arrivederci invece
A quella parte di me che
bruttamente
ti ha voluto così a lungo
Non saprei dire perché
Quale pendolo del desiderio
O bisogno ego nasconda
In quale ipogeo carnale,
quale cripta sacrificale della mente.

E torna
Sempre

L'odore di nuda lacca
Pelle e respiro
che non riesco
a togliermi di dosso.

III

Addio per sempre e per mai
Con la domenica di Martedì Grasso
sullo sfondo
Fotosofia dell'Adriatico in bianco e nero
e consonanza giusta di fisarmonica
Per commuoversi
un po'.
Disegnata sul cristallo
Una principessa bambina
spande i suoi brillanti al sole
di un concilio di panchine
In un giardino pubblico deserto
Declinazione di un Carnevale
un po' triste e obbligatorio.
Poi strade infinite
Senza più un posto per fermarsi
Ma infinite di numeri
e di vite
Negli angoli più impensabili
Dove un caos ben temperato governa
Giorno dopo giorno.

IV

Una promessa scambiata
In un campo di grano
E le giacche sgualcite
esacerbate dei poeti
dei preti spesi al mondo
e dei contadini la domenica
quando non ancora bio-tech.
Amori di compagni
imprigionati nel nostro stesso destino
Fratelli animali
Il mio cappello da uomo
Lanciato nel mare di Rimini,
chiama altri mondi e modi
Differenti altri addii.









Primo d'inverno

Piange un corvo
alla mattina gelata
Presepe vivente e ateo
Di macchine bianche
E i personaggi rattrappiti
che passano a velocità differenti
Coi cani o senza a seconda.

Piange 'l corvo ai rami
di filo spinato
neri
alla mattina bianca

Nascosto dietro le siepi
Natale che ci guarda
E aspetta









J. e la neve 

Agguanta e bacia al volo
una falda della mia giacca
Per salutarmi a domani
una bambina, mentre vado via.
Ne sorrido a ripensarci
Ma nell'anima so
Sento
L'importanza di esserci e basta.
La vita
ė essere vivi punto
Banalmente
Brutalmente e dolcemente
Come un cane un gatto un pesce nella boccia
Un'ameba una farfalla un geranio
un uomo
Altro non azzardo,
non è dato
o non capisco.
Solo vedo
Lo spreco grande del tempo
Passato a  prepararmi.
Alle cose possibili
L'immaginazione condizionale,
il retaggio del futuro.








4 poesie per una gatta 

Certi amori

Ancora stringo il tuo ricordo
Fiore tra i capelli azzurro
di mia vita
Deserto gremito
di fantasmi di simboli
Taggati nel sonno.
Tocco il tuo cuscino
La gioia e la tristezza
Di averti avuto
A perdere.
Un occhio si stringe
Nel gesto di piangere
Certi amori ė per sempre
Piove sul mio ukulele
Oggi tutte le malinconie
del mondo a soffiare.

* * *

In somno suo:
Noccioline

Se tu fossi una nocciolina...
Che nel parlare confuso e inaspettato dei sogni
Sarebbe che ne avresti voluta una
delle mie.
All'improvviso sei
Saltata sul divano
Con limpido verde
degli occhi e bellezza.
Avrei voluto appoggiare il naso
Sulla tua pelliccia
Come un tempo.
Tutto troppo svelto
Ma ti ho rivista
Un attimo lungo quanto basta
A fare vero
ancora
Il tuo odore buono.

Sei venuta a trovarmi
Ora so
Ora ricordo
Che tutto andrà bene.

* * *

Assenza

Neve, ognuna il suo
Scompiglio di luci,
le finestre
Il mio primo Natale
Senza te.
Non c'ė casa
grande abbastanza
Da contenere un uomo
Che pensi camminando.

* * *

Costellanza

La mia gatta
Fruga le stelle
Gioca
Giochiamo
Arraffa con le unghie
Una cometa
E un'astronave lenta che passa
Poi si addormenta
Su una nebulosa
che ha il nome che sembra un captcha.
Tigre Minore, comunque
L'indirizzo preciso.

Fortunoso maldestro
Capolavoro straziante
di mia vita
In tenerezza e dolore saggezza e bellezza
Non si dipingono due.









Promozione urbana

Da campi
A parchi
Eccoti qua
Non mica nato dal
tubo di un'orecchia
Ma figlio di Terra
E di donna
Come si deve
E di sangue dal naso
Guardami
Se ci casco
Io ho fatto a sassate
col mondo.
Da campi a parchi
Togli i contadini
Metti il cartello
Promozione urbana
Guardami se ci casco









Barchiana 0 (à la rebus)

Gregoriano coi tuoni
Promemoria e schema
di nostra piccolezza
Attraversa l'aria
Dell'appartamento.
Giù in strada un uomo corre
Sorride
Sventola fogli pieni di parole
Mentre un vento di campane
Ripropone
una antiquata sera
di quartiere.









Jazzman

Qualcuno oggi per sbaglio
Toccandomi una spalla
mi ha chiamato Roberto.
Mi ci sono sentito bene.
Ė così che
per errore
Ho trovato il mio nome.









Fughe

Imitano Bach
nel succedersi delle voci
Delle partenze
Nello sviluppo dei movimenti
Le fughe svelte
Di foglie rotolanti secche
Sul marciapiede buio.
Risveglio nascosto alle siepi
Invasione radente ai fari
Piccole cose tope
Che il vento fa sembrare
Schifosamente vive.









Modo e tempo

Indecifrabili furori di ermetici
Da lasciare lì
Per intravederci il mondo ogni tanto
Guardando tra i versi
E attraverso i rami
che tengono il cielo d'aprile
Come radici la terra
Attraverso mani di mani
Aggrappate a un autobus
Ombrelli di ombrelli
E i vetri di vetri di negozi appannati
dai desideri esausti
di Nostra Signora Condizione Umana
Vedere il respiro
di una città a pagamento,
Bologna come tante.
La calma erotica dei padri
Sfondo di coniugazione del caos
Modo indicativo tempo perduto.
I fiorai aperti
la domenica mattina
Spacciano ancora agli uomini
Una incomprensibilità gentile.









Un punto

C'è un piccolissimo punto nella mente
Un minimo angolo fosforescente
della memoria
Dove suonano in una pace d'autunno
le nostre chitarre d'erba e di domenica
Innamorano dolcezze di passanti
E noi
Con gli occhiali brutti
E gli occhi belli crediamo
Fino a che fa sera
Il mondo e la vita
Un diritto respirabile









Appuntamenti

I

Aeronotte
Ruota di pietra quadrata
Arriva di colpo
Con fracasso di stelle smosse.
Fruscio di radio
E di manti venerati
Ci gela un soffiare di ricordi sconosciuti
Contenuto intatto
di anfore naufragate
Nel tempo che continua
in un parlarsi di cani in lontananza
Inquieti al circolo dei Notturni,
dai sonni spostati per sempre.
Cambio pullover
Per farmi vedere diverso
Come un vecchio scacciapensieri sepolto
In un cassetto chissà quale quanto
lontano dimenticato
Aspetto una bocca che addenti e baciando
faccia uscire il mio suono migliore
Ozioso e saggio.
Ti aspetto
Dove la notte starnutisce il buio
Spazzando via
improvvisa
il giorno
E tutto
Perfettamente
Collassa.

II

Tenerezza annuale,
Un piccolo ulivo
Che dal suo fango
vecchio e plastica mi porge
Come il regalo di un bambino
dal significato forte
E solo intuibile
La sua minuscola oliva
un po' strana.

III

Periodico alla vita di un uomo
L'amore
Il sacro
E le chitarre che hanno
il nome dell'estate e un anno.
Si turnano il dolore cieco
E la visione lucente del mondo
Torna ricorrente alla vita di un uomo
il bel tempo dei castelli di sabbia
Se ė fortuna che sia
Il tempo delle ginocchia grigie
e dei morti di freddo.









[Elementi V

Sia infine la benvenuta
Qualunque cosa arrivi
A scraccare il nostro ego
Perché solo così
Può liberarsi l'anima.]










Portico

Dove ombra su ombra
Cammino
Attraverso
Rombi di buio

Sfumati poligoni irregolari
Di luce
Arrampicandosi
dalla pavimentazione

Trascorro
Dove ombra più ombra
fa buio









Affresco

Una picchiata di beccacce
Nel cielo di novembre
Anfiteatro di pioppi e betulle
Fiume e pianura
che scappa agli occhi
Una dea campestre
che giace a margine
Sul muro del mio bagno
Si disegna
Per un attimo.









Essere umane

L'amore l'amore
Era infine in quel saltarsi addosso
In quel masticarsi di piedi
e di vite, in quel momento
stretto di non so
E tutti i grandi gesti
Altro ora non sembrano
che modi per rassicurarci
dalla nostra infinita distanza
Dalla natura
Da noi.
Nei piccoli soprannomi
leziosi
Trovare conforto
all'inammissibile
Prendersi.
Essera umana.









Quello che rimane


Strani sogni emblematici
Ossi di canguro
Quando di vento divento
No seppia: canguro
E crani,
di plastica.
Avrei voluto
Trasmetterti il senso del baseball
I piaceri numismatici
di un isolano
Come era mio padre
Con il mare negli occhi
Un suono di campane
Allungate dal vento
I posti dove si va con la musica
La planimetria preziosa
di una poesia.
Grazie a Dio
Sei diverso da me









Angolo

Quell'angolo sempre
verso libero verso
che si fa sera e c'ė
un velo rosa steso
su cielo e mare
Ancora mi dice parole
incantate di vita e d'amore
Piccolo grumo imperdonabile
Verde d'alghe
Ornamento selvatico
Compiace tra i capelli
il candore dell'anima








[Elementi VI

Anarchia di molecole
rivoltose, scava.
Soli nel caos
Si amano nel vento
Particelle e recettori.
Senza pensiero, figura
o parole.
Una forza d'atomi
preme sull'anima
che evoca,
ci fa convinti e segna,
può essere per sempre,
l'odore che ci trova.




*




Elementi VII

C'è della musica
che ti fa capire
come sono andate
le cose,
la vita cosa ė stata, cos'ė

Poi c'è la musica
Che ti porta via tutto

Stare attenti
Sempre troppo tardi]









Mia vita

Mia vita che sei stata
un attimo il tempo
di scendere
le scale in un volo correre
Fuori
In un cortile pieno di altre vite
Scavalcare l'Adriatica
Per il planare sulla campagna
della moto e del sole
Allora che tramonta.
Innamorarsi mille volte
E fermarmi
A guardare il respiro del mare
La luna nella neve
Stringere un gatto sul cuore
Morire
Rinascere
già morti
Per la volta dopo








[Elementi VIII

Una nuvola elettrica scorre
Sulla faccia della luna
E la chitarra,
vivente, si contorce
Le sue note azzurre d'aria
diventano sassi
Gettati nell'acqua
ferma e densa
della palude.

Ė tanto
Ed ė quasi un nulla
Il suono.




*



Elementi IX

Quel mondo così grande
Ora pare
Solo un documentario
Sudato di persone
di capelli lunghi
e respiri e denti anche storti
Cani e bambini randagi
A correre l'estate
Nei prati del demanio

Ecosistemi digitali
Una macchia di fragola
Sul mio registro di uomo
Sintesi evidente
Di un impossibile eppure.




*



Elementi X

Non sai mai
Se stanno vivendo
O morendo
(e certo sono le due cose insieme)
Le piante grasse e gli ulivi.
Tanto che lo fanno
A lentezza
Inumanamente Inimmaginabile.]









La ballata dell'illusione

Vide la luna di marmo
Piena luna
Intricarsi dolente
Intrappolata tra i rami
Corse impazzito
Pugni sul pianoforte
Paura di morte
Urlo di Zoroastro
L'infinito mondo
Finito
Osservò le stelle disegnare ognuna
il proprio cerchio
nel cielo riflesso in un bicchiere
Bevuto fuori mano
in pianura, dalle parti di Minerbio
E in quello negli occhi
di languide rane
che gli danzavano intorno.
Gridò forte
Contro la nazione del lusso comprato
Pianse
Ruttò salutando
Poi nulla
Poi voci
Di astronauti
A fare i compiti in videoconferenza
Derivate derivanti complicate
Per via empirea
dal cielo futuro.
Ma ancora
Ė legato fuori il cavallo
sotto la neve
Che cade e ci fa felici come bambini felici
E preoccupati come
poveri cristi preoccupati.
Sfida al buon senso
Morì di nostalgia appeso al vento
Vide la bellezza
Dove bellezza non c'era
Reagì in modo elettronico
E conobbe che non c'è al mondo meraviglia più grande
Che essere salvati.
Mille anni di lavoro duro
Nel buio sotto quei rami
Risolse infine il problema.

Sì ma
Non era quello.
La colpa:
dell'illusione.

Poi cent'anni
Senza un pensiero bello
Poi cent'anni senza un pensiero
Poi cent'anni e basta
Rimise la luna al suo posto,
Tra i rami
E volò via.


* * *

E tutti i comuni mortali a dire
Parole di gloria e di rispetto
Qualcuno avrebbe voluto
stringergli la mano
Qualcuno anche si commosse
Poi rimise la maschera
e fece ritorno
sui social.

Milioni di persone
Tutti a chiedere un segno.

Il tempo

Inghiottito.









11/1/19

Bologna la buia
Felci e foreste senza fine
Ultimo sguardo all'artide
ancora accesa del Natale
Brine in technicolor
Ruote orologi assonnati
e navigatore.
Viaggiare tra milioni di porte aperte
Che crediamo chiuse
E milioni di porte chiuse che
Pensavamo aperte.
La chitarra ė blu cobalto
Con vistosi segni di lotta
Lo sguardo spiega
i capelli sopra
E questo freddo
buono solo per morire, salvi,
una volta al caldo
alla riva di un rimontare d'altrove
D'amore forse
O di un termoventilatore
compagno notturno
Col pugno chiuso
come eravamo noi
Tra il rosmarino ed il bonsai
Torna che
Non si sa mai.

Destinazione raggiunta
Benvenuto a casa









Magro e pesante

A queste strade di pittori
Queste vite ignoranti
Questo avanti indietro di uccelli
A queste ore predestinate
sono arrivato
Per non abituarmi mai
Impolverato discobolo futurista
sbilanciato nel dopo
Ornato di vittoria e di sconfitta
Come sono gli eroi per forza
E hanno il passo
Magro e pesante
Quando vanno
per strada
Perdendo parole da una ferita
Un buco nell'armatura
O dalle dita.
Ora
dove tutti scrivono
e nessuno legge
Imprevista la fuga velodromica
Di due parole in autostop.
Il resto ė radio notte
Respiro di cane che dorme (e tutto che si calma)
E quieti pomeriggi d'angustia.
Chi sono io
Per dire no







 

L'amore senza amore

Campane a stesa
A questo allegro funerale.
Ė un lieto fine
L'amore senza amore
Ricordi di ricordi di ricordi
Velo scuro, mistero e decoro
Perduto
Tenera creanza d'altrove
e d'altrimenti.
Sole sul mio cuscino
Pace libero tutti








Canzone breve

Come dire che sbaglia
la luna sul mare
Come dire che l'amore
più grande può fallire
Miseramente, come dire che io
Che tu
Che io
Non c'è più niente
Da dire...









[Elementi XI

Sapessi esclude
Vedessi ė desiderio




*




Elementi XII

Un vecchio albero secco
Un tronco e i rami
Ma sulla riva del mare diviene
scultura.

Su tutto rivince ora l'importanza
Di cambiare sfondo.]









Ventotto gennaio

Nei portici del centro
Ossessivi di archi
Per strada
E nei vecchi blog abbandonati
Gennaio sta morendo.
Sotto una conferenza di corvi
Nei rami più alti
Urla legato a un albero
un Dracula locale.
Ultime fughe nel vento
di foglie fuori tempo massimo
Saluto sghembo
di chi sta parlando
con qualcun'altro.









Barchiana

Spari lungo il fiume
La domenica mattina
Cerchi di uccelli
E rose nascoste
Si aprono in silenzio
Vieni Jesse
Giochiamo
a cagnolino benedetto.









Dima


Orlanda
Ride
E mi picchia col cappello
Potere
delle battute sceme
Il corridoio chiude
La lunghezza
del giorno








Due finestre

Segna un'eleganza
Spostata e naturale
Un viso di donna a una finestra
Sconsolato felice
Il giro degli occhi ne accende
Una di fianco.









Luglio

Profetici a notte
Tuoni lontani
Rullano sui muri
magmatici del giorno.









In somno suo:
Abbraccio

Facciamo che sia così
Finché ci sarà tempo.









Barcanica 1

Passano
Sotto la mia finestra
Un uomo anziano
E una lepre
Sul farsi del giorno.

Quali altre visioni
aspettano








[Elementi XIII

Persone che si fanno gente
E la gente vuole 2 righe
Il futuro supersonico
Non lasciandole
Il tempo d'altro]









23/4/19

Altissime
rondini infuocate
appiccano inutilmente al cielo
di carta grigia
che le spegne
Da cui piccole gocce
Atterrando confondono
I miei occhiali da sole









P.

Guardavo la luna
Le sorrido
accorgendomi attraversare
Il campo delle
grandi margherite gialle
Verso casa tua
Sulla Terra
Qui
Nell'Universo.

(Le temps des lacets défaits)









Czerny

Fiori tabacchi e giornali aperti
nella strada
La domenica mattina
Calma rabbia
Amore non amore paura
Ti conservo dentro me
Come un regalo destinato
Che non si ha cuore di buttare
Reiterato possesso
Di sentimenti poco chiari.

Guardo l'amore
devoto e ammirevole
di Jesse
Per la sua palla di gomma rosa.








Pronto soccorso di notte


Il racconto si cuce
Un attimo dopo l'altro
Un viso dopo un altro
Che una porta fa sparire
Un respiro dopo l'altro
Anima dopo anima
Gli occhiali pieni di lacrime
Di una ragazza minuta
I sorrisi morti
di chi può andare
Il display che cambia
Solo se non lo guardi
Passo dopo passo
Un crollo dopo l'altro
Finché nella sala d'attesa
Non si distingue più
Quali siano i pazienti, i parenti o i senza tetto.

Il bagno più sporco dell'universo
Ci hanno mandato via.
Siamo dietro l'angolo.









Prima 

Ridono spingendosi piangono
Inconsapevoli imbronciati entusiasti
Per un panino col purè
Per un posto davanti
nella fila
di quel tempo meraviglioso
Che non tornerà più

Si avviano
occhi di agnelli
All'estate
La prima.

Li guardo,
ci crediamo
tutti qui
e ora
ma ognuno di noi
sta vivendo
in un tempo diverso.









Barcanica 2

Carpazi dell'anima
Uccello mitra
Pendolari di luci lontane
La Barca che vedo sempre
ormeggiata
Alla mia finestra.









[Elementi XIV: Violenza della felicità 

Divini tuoni benevoli
Enormi devastano
I campi del cielo.
Allibiscono angeli e piloti
in volo tra i lampi.
Iato d'autunno
L'urlo da stadio
della pioggia improvvisa.
Nascosto bene, ora
Ricordo lontana
la violenza della felicità.]









Solstizio (Al fine di resistere)


Al fine di resistere

Ci vuole quel volersi bene piccolo
Che si infila dappertutto
Che si cementa
Nelle righe del viso
Negli aforismi interdentali
Nelle fughe laterali
delle unghie
o nel nero tatuato sotto che è
cifra di meccanici e bambini.
Una poesia piccola
Senza visioni
Benedizioni dell'incomprensibile.
Ci vuole misura
E anima
(Occhio gamba fortuna e memoria, da noi).
Da cui: mentre cadi
ti stai rialzando
Mentre piangi sei anche felice
Mentre ti fidi finalmente
Del tuo sorriso, mentre capisci
che non c'ė mai stato nessun noi
puoi anche piantarla di pensare.

Per favore.

Ci vuole distanza
Per vedere l'interezza
Ci vuole mancanza
di lungimiranza
Controllo di forza
E buona fantasia
Mentre l'estate arriva
Da sempre per farti morire
Di felicità e tristezza insieme
E dura il suo tempo l'estate
L'estate dura
L'estate fra quattro mura
Reali o immaginarie
Non fa differenza
alcuna
Mentre code a tratti
causa traffico intenso
Ridisegnano sulla Terra
Gli asintoti
del nuovo sole.









Lorenzo

Bacerò nel ricordo
Stanne certo finché avrò vita
La tua piccola lacrima
troppo piccola per cadere
Ferma nell'angolo
dell'occhio di quella mattina
d'agosto
Cercando qualcosa
Che rassomigli al perdono.









[Elementi XV

Piego
Le maglie pesanti
Rondini entrano
Dalla mia finestra]









Litoranea 

Diagonale
l'ombra di un gabbiano
si materializza improvvisa
Attraversa in lunghezza la strada
Prosegue
Sul marciapiede
Poi scompare
Facendosi luce
Si dilegua
Nella luce.









Dieci passi

Dieci passi
Situazione ideale e contraria
Condizionale passato
La vita quante volte si gioca
Sul filo di un minuto.









Ballata di periferia

Frugano tra le foglie sterrate
Una gazza e un topo
Nessuno che si alzi in volo oggi
Dice lei
Ė un deserto l'aria, lui
Nel giro di questi palazzi bruti

Che si fanno palchi improvvisati
In abbandonato silenzio di rovine
quando si materializza una musica
Romantica complessa
Probabile esperimento di Dio
Ma non ci avevano avvisati

Anonimo come un aereo di carta da una finestra
il suono
Galleggia misterioso nel ferragosto
Ai ricordi del mare
Tocca l'anima di perla
Fremito bianco
nel nido di mani abbronzate di fresco.

Il tempo di una sigaretta, Odisseo
O di prendere nota del fatto,
aspetta,
dipende dall'appartamento.
Qualcuno si sarà svegliato
Con Mendelssohn
Ai soliti miracoli che riservano questi luoghi.

Suono di violino scuro ginepro rosso
Luminoso biancospino
Filo liquirizio di note
Chi sei

Frugano tra le foglie sterrate
del bosco qui davanti
Una gazza un violino e e un topo.









Rinascere Gozzano


Giochetti e
Altre poesie di regola
Brindano
allegri i sofà.

Ma è fatto d'occhi
Il cielo
Che ci guardano.









Tiritera di scuola (Il tasso di Prevert)

Scienza e Poesia
Matematica, Storia
Geografia
Per chi vuole alzare
Ancora di più lo sguardo
C'ė anche Religione.

Tutto sotto questo albero.

Bambini ripetiamo il mondo
È interdisciplinare
O niente.










Lune a Bologna

(Quali sogni ci aspettano)


Occhio sepolto
Di ciclope
La luna sottoterra
Il nostro tempo migliore
Passato a litigare
Quando, se avvilita pace
Prende le cose
Qua nella provincia dell'impero
A noi sola ancora sorride
Luna rosa
Luminosa tanto da frenare la notte
e tutti a guardare in su
Per vederla passare
E sentirne il profumo soave.
Bologna generosa basta pagare
Bologna troppe facce
e troppo differenti
Tra i graffi insistenti
Di un vecchio film
O della pioggia che sfuma il mondo
In rami di luce
e lampioni secchi e scorrono
Memorie d'amore veneziane.
Amore bello luna di sangallo
Quando galoppava in un volare
di rose rosse stracorso il cuore
e quando in dolce violento pianto,
raccontano omerici gli anziani,
cadde rotto
e si commosse.

Luna invisibile
calamita i sangui
I pensieri deviando le loro traiettorie,
a fare il resto dei disturbi del sonno.
Meraviglia si attarda
Testa che cade
Penna nell'occhio

Foglio I

*

Luna falena
Che balla agli occhi

Bianca schiena
Indispettita alla nostra indifferenza
O appoggiata nel cielo
Tra cuscini di nuvole fumé.

*

Gialla luminosa cavalla luna
Attraversa in larghezza
una valle di cielo
Galoppando.
Si intromette nei discorsi della mente
Rampa
Si impenna
Scalpita
Suona il clacson a un'idea
che lentamente si fa strada
Nel traffico placido dell'ora

Tondo di orologio
nel blu dell'istante diario
Stavolta ė il tablet che scivola dalle mani e i pensieri
sono stanchi stambecchi
Di balzo debole

L'ora impietosa.

Foglio II

*

Oscuro cerchio
Profezia, fortuna
Proiezione
e forza elettrica di idee
Ė un canto segreto
Di cristiani nelle catacombe
La vibrazione creativa
del mondo.
Luna buca di chitarra
Alle corde stanno appese le stelle
Luna tondo del numero 9
Aggrappato al gambo
Un astronauta che cade
Oppure a girarlo, quello del 6 (salvo)
Qualcuno ha disegnato,
anima buona,
una corolla sulla cima.
(Manca tuttavia
Il rumore del treno
Che passa lontano
E si spande nella pianura
Sotto la luna
Di una mia periferia passata
In cavalleria)

Luna appuntita
Roncola
di contadini boreali
Spicchio che falcia le nuvole
E si fa strada
In una voglia di aurora.
Si alternano come maree
i giorni
Di gloria e di sbando.
Due formiche o (come)
Piccoli clown passiamo
In questo posto che
sembra un teatro
Cercando la strada
Lo sbaffo che ci riporti a casa
Angolo dopo angolo
Di volta in volta
Stagione dopo stagione finire
Tra i fiori.

*

Plenilunio altoparlante
È un concerto stanotte il cielo
Di aeroplani e canti
di uccelli misteriosi
Vento nei rami e ronzio di stelle
Filo d'acqua deviato di fontane
E passi scappati
Verso casa che è tardi.

*

Luna di fiume e
Mari specchiati della luna

Cielo di novembre
Piume di luna
Di farfalle autunnali indaffarate
a chiudere la partita
Col tempo che uccide.
Fare i bagagli andare
Via da questo bavero.

*

Luna della conoscenza
Nume di scrittori
e bibliotecarie
Di soldati stanchi
in fila sulla strada
In arrivo da sud.
Gli scrittori ahimè
Son morti,
sugli scaffali, catalogati.
I soldati la guerra ė finita
Se ne sono andati
Sbiaditi in una fotografia

Le bibliotecarie
hanno i baffi
E occhi rettangoli
per squadrare il mondo
Fumano come turche,
nascoste negli sgabuzzini
Sognano un grande amore
Travolgente stupido tipo
Fine pena mai
Conosciuto al tavolo
di una pausa pranzo.
Nei loro calzini da uomo
nascondono anime ragazze
di carta leggiadra.

*

Ė geometria, quella che viene
giù dal cielo.

*

Saltando cercano
di prendere la luna a schiaffi
Contrappasso di uomini cattivi e bassi
Luna perfetta sintesi
Segno del cielo e
deserto trafitto di bandiere

*

Cortile di luna
di cortile e di bambini
Uomini piccoli e grandi sentimenti
Amici amici addio
Buona fortuna
Sdraiati su un prato d'inverno
Guardando le stelle
Abbiamo provato spavento

*

Luna pesante amore di patema
Luna riquadra
reticolata
L'unica cosa sarebbe
Volersi bene
Ma certe volte come fai
Diceva Duke
Cane
Filosofo e
Poeta in
"Saluti dal canile"
Capolavoro santo scritto
con l'ombra degli occhi.
E io che li fissavo a chiedermi
Chi c'è.

Foglio IV.

*

Luna dei figli
Amore e scompilglio
Noi
Viviamo
Intensamente

Luna del mio perdono,
luna stornello
o del jazzman,
quando a volte si scrive
come da una sigaretta che si sta spegnendo
accenderne un'altra.
O tutto giusto
O tutto sbagliato
Come la luna doppia
degli ubriachi
Ogni parola
È bella.

*

Luna di libera associazione
Passano davanti al cerchio luminoso,
sagome nere ritagliate,
una gondola, un gatto, Batman,
dei camini e un gallo
Che canta ingannato.

*

Fermo immagine la palla
Ora coincide perfettamente
Col disco della luna
Cosicché noi
guardando il cielo
Aspettiamo ancora
Il suo rimbalzo
Sull'asfalto del piazzale.

Luna passa bassa
Si incastra
tra le pietre di Stonehenge
di un fuoco
come si trovano comuni
in periferia
In qualche campo
Non ancora costruito.
Intorno noi
E la nostra voglia di vivere
Nelle tasche piene di freddo e di castagne.

*

Elica nel buio
Luna dai lunghi capelli
La partitura del vento
Biondi come le onde
nel grano d'oro
Ed ha la faccia di Elena

*

Nostalgia irrimediabile
di una notte di fate
Il mondo non potendo
essere così diverso da ora
o migliore
La magia dunque
Era dentro di noi
Luna c'era o non c'era ė lo stesso.
Notte magica
Piccolo Natale tenerello
Tra le stanze
Una luce e una spina
Nel cuore
Passi
per le scale.

*

Plenilunio insegna
l'ora di sognare
Da parole accostate
che si fanno
visioni
Per amor di suono disadorno.

Domani ė oggi
Oggi è già domani
Mancante ieri
In un mescolarsi di
vecchie canzoni
andate a male

Per questi paesaggi
Luna di 3°
e di nebbie al suolo
Notte rifugio  di rintanati
Che nessuno esce in volo
O per un giro in motorino
Pericolosa perfino per i santi:
Barlume e strada, aspettare.
Domenica passata
In una cantina umidagelida
Cercando introvabili
I pezzi di ricambio
di tutta una vita.

*

Luna occhio di elefante
con proboscide di stelle.
Ore 2,30 a distanza di anni
Una luna indiana piange
Lacrime di beatitudine
sui palazzi sugli alberi
Io
C'ė io?

*

Un antico invisibile scirocco
Accarezza i periodi di pigrizia
e le mani che salutano
dalla comfort zone
Passanti gli Unni e Antonino Pio
l'imperatore
Item, scrimine et Laos dell'anima
Misteri criptati
Formule magiche che si creano spontaneamente
Grumi di coincidenza
Ancora da decifrare
Affollano questi giorni
Di stupore

Veglia l'incubo di un maledetto
Bagna della sua lacrima di luce
l'occhio del giusto
Sorride al passaggio di questo tempo
Vecchia corrosa luna 
sui campi di battaglia
Che ora sono periferia
O lontano da qui piste
per sciatori colorati fenomenali.
Non serve
Lambiccarsi tanto
Basta il rumore del vento
Nel bosco
che ora ho davanti.

*

L'estate il mare
Un ricordo un mondo
un modo che ora
sembra impossibile
Dov'ė finito il corpo
Il sole il colore delle cose
Il tempo,
luna di novembre
Ĺì sono io
Ferito alla giacca
dalla grazia
Perdere sangue nero
Avendo nella tasca
Una stilografica

*

(Per questo le relazioni non finiscono)
Gli esseri sono
Ciò che di loro
portiamo dentro
Di noi

*

... e gli animali
che sembrano dirci
Stiamo qua,
stiamo qua.

*

Luna, credo fosse Brahms.

C'ė il bellissimo quando
dei momenti in cui
La radio manda musica classica
ma non essendo sintonizzata bene irrompono
A sovrapporsi
le voci
I discorsi stupidi
Delle stazioni quotidiane
O della pubblicità.

Sublime infimo racconto
della nostra specie.

*

Abbiamo coltivato l'illusione
La paura forse.
È che col tempo
Abbiamo capito
Che non si muore
di vecchiaia

*

Album

Luna sulla Pietà di Michelangelo
Scolpita che aveva 24 anni
Sulle torri
di questo Medio Evo
Made in Bologna
Luna sul Bosforo,
stasera gioca la Roma
Luna di pelle di luna
Biancore intravisto
Pizzo nero del Sud
Arcaico presente
Inevitabile intenso
alito della mente Y

[Per un disegno:
Luna chiara
con fitte
righe corsive:
(Viviamo
Intensa mente
Lenta mente)]

*

Poi l'inverno

Dicembre
Con gesto inconsapevole 
Cerca col piede 
l'infradito
Passano cavallette incendiate
Davanti alla luna.

Natale

La donna è ferma
con le mani in tasca
Sole e luna nel cielo
Un caseggiato immobile
Che passa


Mi svegliai
Nel cuore del buio senza luna
Con la sensazione
che fosse già passato
Andato via.

Quali sogni ci aspettano

Foglio V.

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