Poeti di periferia Francesco Rizzuti Gennaio 2018. Stavo andando a prendere il 14, avevo fretta. Un uomo piccolo veniva verso di me da lontano, dall'altro capo della strada: ci siamo incontrati a metà di via Tolstoj. Si è fermato davanti a me, mi ha guardato in faccia, mi ha chiesto: - Ti piacciono le poesie? Mentre tirava fuori questo foglio da un borsello mi ha raccontato la sua vita in un minuto, le sue origini meridionali, la sua infanzia "scalzo e nudo al tempo di Mussolini". Non aveva potuto studiare, questo era il senso. Il sottofondo e la preoccupazione del suo discorso erano lì. Avevo fretta, mi ha dato questa poesia come si dà una cosa preziosa, chiedendomi di farla leggere ad altre persone. Questo sto cercando di fare. Parole inaspettate, arcane, una poesia misteriosa. Sensazione da subito, che non si trattasse della solita cosa. Poeti di periferia. Le cose dell'Universo si chiamano.
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